La prevenzione del rischio cardiovascolare

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Le malattie cardiovascolari costituiscono in Italia e nel mondo Occidentale in genere, uno dei più importanti problemi di salute pubblica. Rappresentano, infatti, la prima causa di morte nel mondo, con una stima di circa 17 milioni di decessi l’anno. In Italia queste patologie sono responsabili del 35.8% di tutti i decessi (32.5% negli uomini e 38.8% nelle donne), superando i 230mila casi annuali. L’impatto del Covid-19 ha provocato negli ultimi tempi, peraltro, un enorme peggioramento.

Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). Nel 2015, 4 italiani su 10, ovvero più di 20 milioni, sono ricorsi alle cure mediche per patologie croniche, di cui quelle di gran lunga più diffuse erano quelle cardiovascolari.

La prevalenza di tali fattori di rischio cardiovascolare è al giorno d’oggi piuttosto elevata e complessivamente in costante aumento rispetto al passato. Nel 2017 il 24.8% dei uomini e il 14.9% delle donne risultavano fumatori; inoltre, il 43.0% degli uomini e il 28.4% delle donne erano in sovrappeso, mentre l’11.8% degli uomini e il 9.4% delle donne sono risultati obesi. Il 38.1% è risultato non praticare né attività fisica né sport, il 17.8% circa affetto da ipertensione arteriosa e il 5.7% affetto da diabete mellito. Tali ultime percentuali aumentano considerevolmente nelle categorie di soggetti anziani e grandi anziani.

I fattori di rischio per le malattie cardiovascolari compaiono dai 35-40 anni e di qui l’importanza della prevenzione dei fattori di rischio già dalla giovane età!

Fattori che predispongono alla malattia cardiovascolare

Le condizioni che fanno aumentare il rischio cardiovascolare e necessitano di controlli con maggior frequenza, sono:

  • Età (>45 aa)
  • Sesso ( maggiore frequenza nell’uomo rispetto alle donne, in quest’ultime in età fertile c’è la protezione degli estrogeni. Dopo la menopausa, aumento dell’incidenza di malattie cardiovascolari nelle donne per avvicinarsi a quella dell’uomo fino poi a superarlo al di sopra dei 70 anni. Maggiore espressività dei fattori di rischio nelle donne nel post menopausa)
  • Ipercolesterolemia, ovvero livelli alti di colesterolo verificabili tramite esami del sangue
  • Ipertensione arteriosa, la cosiddetta “pressione alta”
  • Fumo
  • Diabete mellito
  • Familiarità, cioè presenza nella propria famiglia di individui con una diagnosi di malattia cardiovascolare
  • Obesità
  • BPCO
  • Iperomocisteinemia
  • Alcol

 

Questi ultimi sono i classici fattori di rischio cardiovascolare, ma esistono anche dei fattori predisponenti come:

  • Vita sedentaria e inattività
  • Insufficienza renale cronica
  • Depressione e Ansia
  • Malattie infiammatorie e/o immunitarie croniche
  • Steatosi epatica

 

Nel caso un soggetto presenta più fattori di rischio, il rischio di cardiopatia ischemica risulta moltiplicato, sono state così stilate delle “CARTE DEL RISCHIO”

Sulla base dei fattori di rischio un soggetto può essere considerato a basso, medio od elevato rischio cardiovascolare. L’identificazione e il trattamento dei fattori di rischio sono essenziali nella prevenzione cardiovascolare.

La conoscenza del concetto di rischio (assoluto e relativo), e la valutazione del rischio individuale tramite algoritmi di calcolo, consentono di ottenere una stima della probabilità di eventi cardiovascolari e poter così attuare specifiche azioni di prevenzione.

Le principali CARTE DEL RISCHIO sono quelle elaborate dalla Task Force dell’International atherosclerosis Society e dalla European Society of Cardiology.

 

Si tratta di una serie di tabelle che permettono di calcolare il rischio di subire un evento cardiovascolare maggiore (infarto ed ictus), fatale o non fatale, nei successivi 10 anni, in soggetti che non ne hanno già subito uno.

Come calcolare il rischio cardiovascolare?

Scegliere la “Carta” corrispondente al genere (uomo o donna) e alla presenza o meno di diabete mellito:

  • uomo non diabetico,
  • uomo diabetico,
  • donna non diabetica,
  • donna diabetica.

Per ognuna di queste quattro categorie le carte sono suddivise per:

  • fumatori,
  • non fumatori.

Identificare poi il decennio di età anagrafica e posizionarsi nella casella in cui cadono i valore di colesterolemia e pressione arteriosa. Il rischio cardiovascolare a 10 anni è espresso in 6 Categorie (da I a VI) di Rischio di Malattia CardioVascolare (MCV):

La categoria di rischio MCV indica la probabilità (in percentuale) di quante persone su 100 con quelle stesse caratteristiche dovrebbero ammalarsi nei 10 anni successivi.

“Carte” del rischio cardiovascolare

A) Uomini non diabetici

B) Uomini diabetici

C) Donne non diabetiche

D) Donne diabetiche

Cosa fare dopo il calcolo del rischio cardiovascolare?

PREVENZIONE!!!!

Bisogna mettere in atto una serie di attività mirate al benessere fisico e psicologico in modo da evitare il più possibile l’insorgenza di disturbi e/o malattie o perlomeno di limitarne il più possibile l’evoluzione.

Esistono due livelli di prevenzione:

Prevenzione primaria: scopo di individuare, eliminare o ridurre fattori di rischio (come ipertensione, fumo, ipercolesterolemia, etc) e di conseguenza ridurre le malattie connesse a tali fattori.

Prevenzione secondaria: quando invece una malattia è ormai conclamata si può attuare la prevenzione delle recidive o ridurre la progressione della stessa attraverso la prevenzione secondaria

Come fare prevenzione?

» Agendo sui fattori di rischio modificabili , e cioè: Fumo, Pressione arteriosa, Colesterolemia e trigliceridemia,  Diabete.  

Come?

  • Smettendo di fumare.
  • Già dopo pochi anni dall’aver smesso, il rischio cardiovascolare si riduce. È dannoso sia il fumo attivo che quello passivo.
  • Seguendo una sana alimentazione e controllando il peso.
    Una dieta equilibrata con regolare consumo di pesce (almeno 2 volte alla settimana), un limitato consumo di grassi saturi (carne, burro, formaggi, latte intero), povera di sodio (contenuto nel sale) e ricca di fibre (verdura, frutta, legumi) migliora  la colesterolemia e la pressione arteriosa.
  • Praticando attività fisica.                                                                                   
    Secondo uno studio pubblicato su Circulation i benefici a lungo termine dell’esercizio incominciano ad essere evidenti quando si bruciano almeno 600 chilocalorie a settimana, una quantità di energia che può essere spesa praticando circa 2 ore di attività fisica di tipo aerobico ad intensità moderata, cioè tale da aumentare la frequenza cardiaca e quella del respiro senza però impedire di parlare tranquillamente. Non è necessario quindi fare attività particolarmente faticose: è sufficiente camminare per 30 minuti al giorno e, se possibile, salire le scale a piedi.

» Sottoponendosi a VISITE CARDIOLOGICHE PERIODICHE se si presentano fattori di rischio cardiovascolare con esecuzione di ECG ed ECOCARDIOGRAMMA

Non esistono quindi indicazioni precise per fascia d’età, ma piani diagnostici per livello di rischio: per questo è ancora più importante affidarsi al proprio medico di fiducia, che farà un identikit e studierà un percorso diagnostico ad hoc per ogni paziente.

In linea di massima, per gli uomini sotto i 40 anni e le donne sotto i 50 anni con basso rischio cardiovascolare, è consigliabile fare una visita ogni 5 anni, mentre dopo queste fasce d’età, o per profili con rischio moderato/alto, sono consigliati controlli annuali.

Ovviamente, se si svolge qualsiasi tipo di attività fisica, anche non agonistica, è opportuno sottoporsi a un elettrocardiogramma annuale, eventualmente accompagnato da una visita cardiologica”.

E tu, vuoi calcolare il tuo rischio cardiovascolare?

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